domenica 7 giugno 2009


LA VITA DI LEONARDO DA VINCI


Da un amore illegittimo, il 15 Aprile 1452, nasce Leonardo ad Anchiano, piccolo paese nel vicinanze di Vinci. Il padre, Ser Piero, faceva parte di una famiglia di notai, mentre della madre ci resta solo il nome: Caterina. Leonardo crebbe tra le mura di casa e la sua educazione venne certamente data dalle persone più vicine, la nonna e la matrigna.
Nelle campagne intorno a Vinci, Leonardo cominciò ad essere affascinato dalla natura, seguendo il volo degli uccelli, il funzionamento dei mulini. Ma ben presto la famiglia di Ser Piero, dopo la morte del padre, si trasferì a Firenze dove il giovane Leonardo cominciò la carriera notarile, ma con scarso successo; infatti in quel periodo Firenze era un cantiere a cielo aperto, ovunque venivano avviate opere architettoniche e artistiche, ed egli era incuriosito da ciò che succedeva nelle botteghe d'arte. Ser Piero decise così di introdurre il figlio in una delle botteghe più conosciute dell'epoca: quella del Verrocchio. Qui vi restò per otto anni. Per le sue spiccate doti pittoriche, già nel 1472 faceva parte della Compagnia dei Pittori. In quel periodo collaborò alle opere del maestro.

La Gioconda

È l’opera di Leonardo senz'altro più famosa, eppure la sua storia è immersa nel mistero.

Già i contemporanei si interrogavano sull’identità dell’effigiata, forse l’amante di Giuliano de’ Medici.

Considerando evidentemente il quadro una sorta di somma dei risultati raggiunti in pittura, Leonardo non si separa dall’opera e la porta con sé in Francia.
Non ha dubbi che l’effigiata sia Lisa o Lisabetta Gherardini, terza moglie di Francesco del Giocondo, e cita l'opera subito dopo il cartone dell’Annunziata, datazione francamente troppo precoce. Per Vasari è un quadro non finito, l’ennesimo, di Leonardo: "E quattro anni pensatovi, lo lasciò imperfetto; la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableo".
una copia della gioconda

Riguardo il celebre ed enigmatico sorriso, Vasari narra lo stratagemma utilizzato da Leonardo per alleviare alla modella la noia delle sedute. "Usovvi ancora questa arte: che essendo madonna Lisa bellissima, teneva, mentre che la ritraeva, chi sonasse o cantasse, e di continuo buffoni che la facessino stare allegra, per levar via quel malinconico che suol dar spesso la pittura a' ritratti che si fanno: ed in questo di Lionardo era un ghigno tanto piacevole, che era cosa più divina che umana a vederlo, ed era tenuta cosa maravigliosa, per non essere il vivo altrimenti".

Tanta attenzione per i particolari più minuti comporta inevitabilmente tempi lunghissimi d’esecuzione.
Leonardo lo studia per quattro anni, prima ancora di iniziarne la stesura. La Gioconda, o Monna Lisa come preferisce chiamarla il mondo anglosassone, riassume tutta una vita di studi.







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